lunedì 7 gennaio 2008

Lo sdegno

E voglio cominciare il nuovo anno sdegnandomi.
Sdegnandomi per i soldi che i clandestini qui pagano a compatrioti che hanno fatto fortuna, hanno aperto attività, hanno stipendi dignitosi. I fortunati, per "aiutare" i loro connazionali, si propongono come datori di lavoro e riempiono i moduli per la legge sui flussi, offrendo un contratto di lavoro al loro "amico" per la modica cifra di dieci, quindici, anche diciottomila euro. Gli stessi imprenditori, per le stesse cifre "fanno arrivare" con lo stesso sistema, compatrioti, parenti (sembra che paghino anche loro) e amici che sono ancora nel loro paese. Anche molti italiani che raggiungono il tetto di reddito previsto (basso) "assumono" chi non ha un permesso di soggiorno ed è disposto a pagare. In caso di assunzione, l'immigrato tornerà nel proprio paese ed ancora, bello ripulito di ogni avere, rientrerà pagandosi i contributi per i primi sei mesi, si cercherà un lavoro al nero, si licenzierà dal lavoro fittizio e finalmente, una volta ottenuto il permesso di soggiorno, troverà qualcosa di meglio con un vero contratto. O resterà a lavorare a cifre irrisorie per chi lo ha assunto. Almeno finchè non avrà estinto il suo debito.
Da questo sdegno sono esclusi tutti quelli che regolarizzano a proprie spese badanti, assistenti, operai che reclamano giustamente una condizione di regolarità. E spero siano un numero più consistente degli altri.
Un matrimonio con straniero/a regolarizzato/a, vale circa diecimila euro. Il clandestino indiano, ad esempio, che sposa la badante cingalese regolare ed avrà quindi un permesso di soggiorno, deve più o meno tirare fuori questa cifra. La stessa cifra sembra che passi nelle tasche di italiani/e che si prestano alla sceneggiata.
Da questo sdegno sono esclusi tutti quelli che si sposano per amore. E spero che siano un un numero più consistente degli altri.
Il mio sdegno perchè la legge sull'immigrazione rende possibili questi traffici.
O forse trattasi solo di fantasie generate da stress e dal troppo lavoro o frustrazione, non mio ovviamente, ma di chi arriva a scuola e a spizzichi e bocconi, con la ligua che sa, racconta un po' di balle, così, tanto per ridere un po'. E mi sdegno ugualmente.

4 commenti:

Corleone Dialogos ha detto...

Davvero uno che non vive i problemi e non li conosce non può capire cosa succede, se funziona o no una legge. Certamente è difficile che si riesca a trovare una legislazione migliore che regoli i flussi. Questo articolo mi fa ricordare quello che è successo a noi Italiani quando andavano in America e anche li si sposavano pagando per diventare cittadini americani. Certo è umanamente sdegnoso depredare i poveri immigrati che cercano di venire in Italia per migliorare la propria vita.

Giuseppe Crapisi

Stranistranieri ha detto...

Il problema è che spesso si depredano anche fra di loro. Invece della solidarità,prevalgono i normali rapporti di potere fra chi "è arrivato" e chi deve cominciare da zero.Per ogni clandestino che entra in Italia pagando una cifra considerevole al connazionale, c'è sempre un italiano, un'organizzazione mafiosa, un'associazione fantomatica che ci guadagna.

Corleone Dialogos ha detto...

Si Daniela ho capito qual è il problema, da un lato l'organizzazione criminale già li spenna vivi per portarli in Italia poi il club dei fortunati connazionali che già vivano qui li spennano nuovamente per farli restare in Italia. Io mi immagino che non avendo tutte queste grandi possibilità economiche alcune di queste persone rimangono quasi schiavi di questi connazionali non avendo i soldi necessari. Ma tu pensi che si potrebbe intervenire in qualche modo con la legge?

Giuseppe Crapisi

Stranistranieri ha detto...

Non lo so, spesso è facile vedere che cosa non va ma proporre è difficile. Probabilmente sono i meccanismi di conrtrollo che non funzionano. Per esempio: un titolare di un Kebab piccolo,(o un imprenditore italiano) con un giro di affari medio, chiede ogni anno l'assunzione di tre dipendenti. Queste richieste attraverso la legge dei flussi migratori, vengono accettate. Le tre persone, dopo aver pagato le cifre che già ho elencato, arrivano. Ufficialmentge sono assunti dal ristorante, non percepiscono stipendio, pagano i loro contributi, lavorano al nero da qualche altra parte. Dopo sei mesi, il titolare del ristorante li licenzia o si licenziano, hanno ottenuto il permesso di soggiorno e cominciano a cercare un vero lavoro, o continuano quello al nero e cercano qualche altro contratto finto pagandosi i contributi. Non è anche questo un pizzo?