lunedì 17 novembre 2008

"Amore c'è?"

Ogni volta che arriva in classe uno studente nuovo, lo faccio accomodare, e poi chiedo agli altri di presentarsi e fargli le domande di rito: come ti chiami, di dove sei ecc...In questo modo verifico le loro capacità di mettersi in relazione attraverso strutture linguistiche imparate, capisco se il nuovo arrivato è totalmente pricipiante e apro la strada per future amicizie. La tendenza di tutti, è quella di stare seduti conn la testa sul quaderno e magari chiacchierare con il vicino che parla la stessa lingua. Rimangono sorpresi quando capiscono di poter parlare in italiano non solo con gli italiani e perchè più o meno costretti, ma possono usare una lingua ponte (quelli che non ne posiedono altre), anche per comunicre con altri stranieri. Siccome l'altro giorno è arrivata una ragazza tailandese molto carina, ho visto un po' di fermento fra i maschi, ho chiesto di farle le solite domande e il solito ragazzo cinese che si lamenta sempre di non piacere alle ragazze, rivolgendosi a lei ha chiesto: - Amore c'è? - Grandi risate, ma lei ovviamente, essendo nuova, non aveva capito che lui voleva sapere se aveva il ragazzo. Preferiscono sempre usare il "C'é", fare le domande con "Hai" non piace quasi a nessuno. Gliel'ho chiesto in inglese e lei tutta rossa ha risposto di si. E io ho capito che con lei dovrò ricominciare tutto dall'inizio.

domenica 9 novembre 2008

Dinamiche di classe


Carlos non è più tanto giovane, porta un orecchino a forma di fiore, si mette le collanine, porta anellini di vetro colorato, è in Italia da due anni ma non è mai andato a scuola, fa le pulizie e il suo italiano è monco, fatto di verbi all'infinito e articoli perduti. Giovanni è alto, bello e molto giovane, è arrivato il primo di ottobre che diceva appena "ciao" e adesso, parla, racconta, fa amicizia con tutti, dà la mano ai nuovi arrivati, se non conosce una parola in italiano ne infila una della sua lingua e va avanti, oppure cerca qualcosa di corrispondente. Esempio: non sa come si dice "madonna" e dice "parente di Gesù", non trova la parola "gratis" e dice "senza soldi". Insomma sa organizzarsi bene. Tony è giovanissimo, capelli sugli occhi, felpa Nike, scarpe della stessa marca, ama la musica, conosce Eros Ramazzotti, viene a scuola e va nelle case a fare qualche ora di pulizie. Lin è bella, viene a scuola per il secondo anno, ha imparato pochissimo, parla solo con quelli della sua lingua. Fatima ha la testa coperta, ha un figlio che ha la stessa età dei ragazzi in classe, è seria, studia, ha un quaderno, il dizionario, non tiene fogli sparsi in qua e là e ha un bel sorriso. Siccome avevo visto qualcuno che confabulava guardando la sua testa, le ho chiesto davanti a tutti da quanto tempo portasse il fazzoletto e lei ha risposto che aveva cominciato quattro anni prima, per seguire meglio le regole del Corano.


Genevieve è giovane e piacente, è seria, fa progressi e dà poca confidenza ai ragazzi. Hu Bo arriva per il secondo anno, è puntuale e ogni tanto dice che a lui piace ragazza italiana ma a ragazza italiana no piace lui. E poi c'è Wang. Arriva quando vuole, entra senza salutare, non ha un quaderno e si siede sempre accanto a Lin che lo comanda a bacchetta. Anche Tony si siede accanto a Lin, così lei in mezzo è sempre occhieggiante e cerca di copiare dal quaderno di Tony. Giovanni dice orgoglioso di avere amici zingari e mafiosi e che preferisce le ragazze del suo paese.


Carlos vuole sempre sedere accanto a Giovanni, Giovanni lo chiama "amico bambolina", io lo guardo malissimo e lui mi dice che scherza, io lo guardo ancora male e lui mi spiega che è per colpa della collanina. Carlos ride e sembra contento che Giovanni lo consideri suo amico, confida a Tony che Giovanni è bello. E Tony ride. Io vorrei intavolare una discussione ma con i pochi strumenti linguistici a mia disposizione, ho paura di ingigantire ancora di più il problema. Rimando.


Wang entra con l'auricolare, non saluta, è contrariato perchè Lin è seduta in mezzo a due baldi giovani, lo fulmino con lo sguardo, lo "stoppo", gli chiedo di uscire, togliersi quei cosi dalle orecchie, entrare di nuovo, salutare e chiedere scusa per il ritardo. Si stizzisce e ancora con le orecchie tappate mi fa cenno di non aver capito. Cala il silenzio. Finalmente con le orecchie libere mi fa dei gesti come a dire: Ma devo andare via? - No, esci, rientra e questa è l'ultima volta che puoi fare così -. Fisicamente è ridicolo, ha più di 20 anni ma è piccolo come un quindicenne, è firmato dalla testa ai piedi e porta capelli dritti come un marziano. Il cervello non lo usa. Nel caso ce l'avesse. Vorrei essere molto più dura con lui, ma conosco bene la mamma che è venuta a scuola per tanti anni e ancora non riesce a fare una frase corretta o a chiedere qualcosa: - sempre cucina io parlare cinese, solo lavare piatti.
E' una brava donna e questo figlio arrivato in Italia 4 anni fa, non ha certo voglia di lavorare quanto lei. A volte lei viene a salutarmi e mi porta qualche regaluccio: - perchè tu buona e stanca - dice. Io non so se sono buona o se non ho il coraggio di essere dura. Lei mi fa un po' pena e non voglio darle il dispiacere di cacciare suo figlio. Tony intanto chiede il numero di telefono a Lin che glielo dà, lo chiede anche a Genevieve che non glielo dà. Fatima viene vicino a me e mi dice che i ragazzi di questa generazione sono come Wang: - troppe cose compra la mamma, troppi soldi senza lavorare, mio figlio è con i nonni, ancora è bravo, dopo non lo so-.




(i nomi sono inventati, la situazione è più o meno questa)

sabato 1 novembre 2008

Autunno


Sarà l'autunno, saranno le notizie tristi che arrivano da qualsiasi fronte, sarà lo spleen, sarà il ritorno all'ora solare, sarà il buio delle cinque e mezzo la sera, saranno i giorni dei morti, sarà la fatica di esserci.

Non ho argomenti da scrivere sul blog. Mi sembra che uno sbadiglio pesante possa oscurare qualsiasi pensiero o notizia messi sulla pagina.