giovedì 20 marzo 2008

Spazzatura

Grazie a tutti quelli che in questi mesi, hanno contribuito a rendere il blog più interessante e speriamo di risorgere. Anche noi. Come Gesù.

lunedì 10 marzo 2008

Il cuoco, il pugno e la pentola di sugo


Sembra che un Giappone, un cuoco alle prime armi che sbaglia i tempi di cottura di un qualsiasi piatto tradizionale o dimentica di girare un sugo e lo fa attaccare (nei ristoranti italiani), venga preso a calci e pugni davanti ai fornelli dallo chef, sotto lo sguardo timoroso degli altri. E proprio mentre Toshi, raccontava la sua esperienza personale alla classe e io incredula lo facevo ripetere due o tre volte per paura di non aver capito, un altro studente giapponese ha spiegato meglio il concetto dicendo che con questi sistemi, il cuoco ricorderà di girare il sugo la prossima volta. Ho chiesto se questo succede in altri posti di lavoro, però tutti hanno detto che in particolare si verifica nei ristoranti perchè il cibo è prezioso e non si può rischiare di perderlo. Mi è sembrato però di capire che anche in altri settori, lo schiaffo o il pugno dato dal capo all'impiegato colto in fallo, non desterebbe particolare sorpresa.

Più li conosco e meno li capisco questi giapponesi.

mercoledì 5 marzo 2008

8 marzo (2)

Le donne italiane meno giovani, cattoliche, praticanti, atee, credenti così così, sanno tutte quanto è costato ottenere una buona legge che le difendesse e le proteggesse dagli aborti clandestini, le mammane, le cliniche private. Molti dei medici che dopo l'approvazione della legge, si dichiararono obiettori, erano gli stessi che avevano praticato l'aborto nelle cliniche private, e molti obiettori di adesso, torneranno a guadagnare fior di quattrini sulla pelle delle donne, se la legge subisse sostanziali modifiche. Le donne immigrate, spesso vivono in mondi chiusi e in realtà in cui l'informazione non ha diritto di cittadinanza, la ragazza cinese ricoverata in fin di vita per un aborto provocato con uno spillone, la dice lunga su quella che è la consapevolezza dei propri diritti. Eppure avrebbe potuto abortire in ospedale, nell'assoluta riservatezza, avere l'assistenza gratuita e sicuramente meno sofferenze. Le donne italiane devono difendere questa legge, come lo hanno fatto negli anni settanta, cattoliche praticanti e non. Devono difenderla anche per quelle donne che non sono abitute a difendere i propri diritti. Difenderla per servirsene il meno possibile.

Sabato mattina in Piazza S. Marco a Firenze alle 9.30

martedì 4 marzo 2008

8 marzo

In molti paesi, la festa della donna non c'è, ma si affrettano tutti a dire che c'è un giorno dedicato alla mamma. La mamma sembra che santifichi in qualche modo il genere femminile, altrimenti poco rassicurante per gli uomini. La mamma, non è persona, è solo mamma. Vorrei dedicare questo 8 marzo a tutte quelle donne che subiscono ogni giorno prevaricazioni e violenze psicologiche e fisiche da parte di quegli uomini che vogliono tanto bene alla mamma. A tutte quelle donne che pur di essere mamma, accettano di fare figli con uomini di cui poi vorrebbero tanto fare a meno, a quelle che li fanno per "far contento lui". A tutte quelle donne che pensano che il marito "va saputo prendere", a quelle che brontolano, brontolano ma alla fine fanno tuttto loro, a quelle che "servono" i figli grandi perchè poverini sono giovani e tanto non sanno fare niente, a quelle che passano la vita fra marito, suocere, cognate, i pranzi domenicali e non faranno mai un viaggio da sole, perchè non ci hanno nemmeno mai pensato, a quelle che vanno loro a lavorare perchè il figlio diplomato non trova mai il lavoro adatto. . Lo dedico a tutte quelle che almeno per una volta hanno creduto di essere amate da un uomo musulmano e poi non rispettate, si sono dovute ricredere immancabilmente.
Perchè musulmano? Perchè i discorsi più stronzi sulle donne li ho sentiti spesso fare da loro. Gli italiani forse pensano le stesse cose ma non hanno il coraggio di dirle. E allora "mogli e buoi dei paesi tuoi"? Non lo so. Se una proprio deve scegliere meglio scegliere il male minore.
E l'8 marzo non sarò fra le agghindate che vanno a cena fuori con le amiche.
Lo dedico a tutte quelle che prima di essere mamme, mogli, amanti, si considerano persone e possono e vogliono fare anche le cose da sole.