martedì 15 gennaio 2008

Belle e brutte notizie

Bello svegliarsi la mattina, accendere la radio e sentire: duro colpo al racket, 36 arresti in Sicilia, fra questi anche il figlio di Lo piccolo. Bello. Bello sapere che la Confindustria (e speriamo sia una battaglia seria) sta facendo muro contro gli industriali invischiati con la mafia.
Brutto invece sentire questi cori di lamenti, sentire il rumore delle vesti stracciate perchè il Papa non va alla Sapienza. Da destra e da sinistra sono stati imbrattati i giornali
e con le lacrime versate molte parole hanno perso anche un po' di inchiostro.
Libera chiesa in uno stato un po' meno libero. Chissà che teem opera in Vaticano per fare queste grosse operazioni di marketing! Complimenti. Riescono sempre a stare sulla bocca di tutti. E anche la sinistra non scherza nel contribuire!

4 commenti:

Stranistranieri ha detto...
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Stranistranieri ha detto...

Gli arresti sono 39. I pizzini di Lo piccolo sono ancora più inquietanti di quelli di Provenzano,aspettiamo fiduciosi la sentenza contro Totò Cuffaro.
E che si dimetta!

Anonimo ha detto...

La sentenza è arrivata, cinque anni per Cuffaro : anche Casini ha esultato perchè "finalmente" la sentenza ha chiarito che per Cuffaro non c'è favoreggiamento con la mafia... stanno stappando bottiglie di champagne.. ma la condanna a cinque anni? Cuffaro naturalmente ha detto che rimarrà al suo posto. Ci mancherebbe! Anche Bassolino rimane al suo posto, così come Sandra Lonardi (Presidente del Consiglio Regionale della Campania e moglie di Mastella).. i soli che non rimangono al loro posto sono i magistrati che osano inquisire i politici (oggi il CSM ha adottato un provvedimento disciplinare contro De Magistris, che indagava intorno a Mastella nell'inchiesta "Whi Not", ben più pesante di quella richiesta dall'accusa, lo stesso discorso per Clementina Forleo che intendeva inquisire i politici che avevano favorito le tentate scalate bancarie di Unipol e i "furbetti del quartierino"). In questa giornata di ordinaria schifezza dobbiamo registrare le dichiarazioni di Berlusconi a proposito della richiesta di rinvio a giudizio per corruzione (vedi intercettazione della telefonata ad Agostino Saccà ): Berlusconi auspica elezioni al più presto con l'auspicio che gli italiani gli diano abbastanza forza per riformare "profondamente" il sistema giudiziario. Avete capito? Di fronte a tutto ciò che si scopre ogni giorno, ciò che deve essere riformato è il sistema giudiziario! Hanno la faccia come il culo! E anche noi abbiamo la faccia come il culo! Non dimentichiamo che pochi mesi fa milioni di siciliani hanno eletto Cuffaro pur sapendo di che personaggio si trattasse, così come milioni di italiani hanno votato Berlusconi ben sapendo di che fior di mascalzone si trattasse. Quanti italiani li voteranno ancora? Quanti voti saranno ancora in grado di ricevere Mastella e Signora? E se anche noi fossimo inquisiti per favoreggiamento?

Alfonso

alfonso ha detto...

La standing ovation della cosca politica che ha salutato la condanna del governatore siciliano Totò Cuffaro a 5 anni per favoreggiamento di alcuni mafiosi e la sua decisione di restare al suo posto sono perfettamente coerenti con la “ola” parlamentare che, mercoledì mattina, ha accompagnato l’attacco selvaggio del cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella alla magistratura che aveva appena arrestato sua moglie e altri 22 suoi compari di partito. Così come con il tifo da stadio che ha osannato la sua signora interrogata ieri in Tribunale. Ma anche con il silenzio tombale che, nella politica e nella magistratura, è seguito alla vergognosa, ributtante decisione all’unanimità della sezione disciplinare del Csm: Luigi De Magistris condannato alla gravissima sanzione della censura e alla pena accessoria del trasferimento lontano da Catanzaro, con l’impossibilità di esercitare ancora le funzioni di pm. Insomma: Cuffaro resta, Mastella è atteso dal governo come il figliol prodigo dal padre buono che prepara il vitello grasso, la first lady ceppalonica dirige il consiglio regionale dagli arresti domiciliari, mentre l’unico che se ne deve andare è De Magistris...