lunedì 29 settembre 2008

Senza parole

Niente che si possa dire, che si possa descrivere con le parole, può esprimere quello che ognuno di noi, qui in occidente, sente di fronte all'ennesimo omicidio di una donna in Afganistan. E proprio perchè non era una donna qualsiasi, la notizia arriva e ci spiazza. Delle altre, offese, esposte a ogni mancanza di rispetto, tappeti stesi perchè gli uomini di famiglia ci passino i loro piedi, di loro ne sappiamo ben poco. Echi lontani che diventano rumori insopportabili quando dobbiamo ascoltare notizie di questo genere. Sembra che fino a due anni fa, Malaila, portasse il kalasnikov sotto il burqa e viaggiasse sempre accompagnata da un uomo di famiglia per poter fare il suoi lavoro di poliziotta. Spesso la tragedia si avvicina moltissimo al senso del ridicolo. Poi ha deciso di togliere il burqa e le minacce alla sua persona si sono intensificate: sembra che ogni mattina trovasse una lettera di minaccia sulla porta, che lei toglieva prima che si alzassero i figli. Era a capo del Dipartimento dei crimini contro le donne e si impegnava perchè i soprusi venissero a galla e fossero puniti.
La sensazione è quella di impotenza. Nessuna strada aperta, nessun cambiamento all'orizzonte. Morti che servono solo ad accrescere il potere di maschi tronfi, frustati e religiosi. Tutto in onore di Allah! Sono stati i talibani ad uccidere, ma in una società dove anche i non talebani non vorrebbero mai che le donne fossero esseri umani uguali a loro.

1 commento:

alfonso ha detto...

In Afghanistan muoino a decine ogni giorno: donne, bambini, uomini, soldati, talebani... chi per un "motivo", chi solo per caso, per una sventurata carambola di dadi. Bush e i suoi amici europei volevano salvare l'Occidente, proteggerlo dal terrorismo... ma i terroristi li aveva in casa, col berrettino yankee, a Wall Street. Chi salverà il mondo da Lethman Brother's, Morgan Stanley, Goldman Sachs?