sabato 13 settembre 2008

Religione e precari

La legge n° 186 del 2003 immetteva in ruolo nella scuola pubblica circa 25.000 (non sono sicura della cifra ma non sono di meno) insegnanti di religione cattolica scaglionati in tre contingenti: il primo dal 1 settembre 2005, l'ultimo dal 1 settembre 2007. Lo Stato Italiano con questa legge assolveva finalmente al compito che si era assunto con la stipula d'intesa fra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana, sancita con la legge n.°751/1985, in cui ci si impegnava a dotare gli insegnanti di religione cattolica di uno statuto giuridico appropriato.
Gli insegnanti di religione devono essere nominati dall'Ordinario del luogo per la propria diocesi e e devono essere "eccellenti per retta dottrina, per testimonianza di vita cristiana e per abilità pedagogica". Una volta entrati in ruolo, ( senza concorsi e abilitazione, pagati dallo Stato italiano) nel caso non dovessero comportarsi con "retta dottrina", il Vescovo competente territoriale, potrà esigere che vengano rimossi. In tal caso, poichè, questi insegnanti sono ormai a tutti gli effetti titolari di un contratto a tempo indeterminato, andranno a coprire le cattedre obbligatorie per tutti.
E qui l'anomalia di ordine giuridico, costituzionale, e le implicazioni di ordine sindacale, appaiono in tutta la loro gravità. Si arriva all'assurdo dell'esistenza di un canale di reclutamento scolastico parallelo a quello statale che va contro ogni principio di democrazia e di laicità dello stato. Ma la cosa ancora più grave è quella che prevede l'insegnante di religione anche nel caso vi sia la richiesta di un solo alunno. (Già, perchè nel 1989 e 1991 la Suprema Corte Costituzionale si era pronunciata a favore dell'insegnamento religioso come materia facoltativa. Il Ministero della Pubblica Istruzione allora aveva inventato la possibilità di mettere a disposizione dei ragazzi che non frequentavano le lezioni, alcune materie alternative. Sappiamo tutti poi come in realtà il funzionamento di queste ore sia stato totalmente alla mercè delle situazioni specifiche di ogni Istituto e mai definito con chiarezza).
Appare evidente quindi come il numero degli insegnanti di religione sia svincolato dal rapporto insegnanti-alunni, valido per tutti gli altri docenti della della scuola statale.
Il tutto assume un aspetto ancora più paradossale di fronte all'ultimo decreto Gelmini che vede la soppressione di ben 85.000 cattedre, il restringimento serrato dei fondi, nessuna prospettiva per le migliaia di precari.
Ma di cosa ci lamentiamo? La fede cattolica del popolo italiano e l'obbedienza dei suoi politici alle gerarchie ecclesiastiche, spianeranno per tutti noi corsie preferenziali per andare in paradiso.

6 commenti:

alfonso ha detto...

Consentimi una correzione, la legge in questione è la 186 (e non la 286) del 18 luglio del 2003.
Se leggete cosa dice l'articolo 6 della legge (quello che riguarda la copertura finanziaria) saprete anche da dove si prendono i soldi.(Università e ricerca)

"Articolo 6"
(Copertura finanziaria)

"Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, a eccezione di quelli di cui all’articolo 5, valutati in 7.418.903 euro per l’anno 2003 e in 19.289.150 euro a decorrere dall’anno 2004, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio dell’attuazione della presente legge, anche ai fini dell’applicazione dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti emanati ai sensi dell’articolo 7, secondo comma, n. 2), della medesima legge n. 468 del 1978, e successive modificazioni".

Stranistranieri ha detto...

A parte il numero (che ho ripreso da un bollettino sindacale),il contenuto della legge è passato con il plauso della sinistra perchè si sistemavano precari. Da quando è stata varata la legge ad oggi c'è stato un forte aumento delle famiglie che chiedono per i propri figli di poter frequentare le materie alternative. Nelle grandi città l'incidenza dei bambini cinesi, musulmani, ortodossi, è altissima. Mentre un tempo le materie alternative erano richieste da quei pochi genitori italiani non d'accordo con l'insegnamento della religione cattolica a scuola, adesso il gruppo di quelli che "escono" quando arriva l'insegnante di religione è consistente e spesso buttati in qualche aula a fare disegnini con la supervisione di qualche insegnante che completa un orario. E non siamo ancora a niente: arriveranno (e forse ci sono già) le proposte di coloro che vogliono altri insegnamenti religiosi nella scuola, per non rimanere indietro, per dare sempre "la giusta dottrina" a questi poveri figli che avrebbero in realtà bisogno di lezioni di laicismo.

alfonso ha detto...

Infatti, in Italia non c'è nessuna forza politica interessata a condurre una per smetterla con questo scandalo. Intanto, ogni giorno se ne apprende una nuova, leggi il piano della Gelmini, pubblicato oggi su Repubblica.

I tagli previsti dal ministero: elementari e materne in classe solo di mattina
Tecnici e professionali i più colpiti. Su richiesta delle famiglie, possibile prolungare le lezioni
Gelmini: "Troppo tempo sui banchi
l'orario scolastico va ridotto"
di MARIO REGGIO


Maria Stella Gelmini
ROMA - Tempi duri per i più piccoli. E per i loro genitori. Il piano dei tagli alla scuola del ministro Gelmini è pronto. Verrà presentato venerdì 16 settembre ai sindacati della scuola. Tempi duri per chi frequenta le scuole materne ed elementari. Per quella dell'infanzia l'orario verrà ridotto a 24 ore a settimana con una sola maestra.

Oggi le maestre sono due e assicurano 40 ore a settimana. In sostanza, tutti a casa a mezzogiorno e mezzo. Però con le maestre di ruolo in esubero potrà essere esteso il servizio. Stessa musica per le elementari con qualche variazione sullo spartito. Il principio base è: maestro unico e 24 ore a settimana. Ma se le famiglie lo richiedono alla scuola l'orario potrà essere prolungato a 27 o 30 ore, a condizione però che l'organico lo consenta. Peccato che il numero degli insegnanti venga stabilito sull'orario base, cioè 24 ore.

Nello "Schema di piano programmatico del Ministero dell'Istruzione di concerto con il Ministero dell'Economia" c'è di tutto: considerazioni pedagogiche, tabelle, numeri, proiezioni. Il ministro Gelmini insiste: il maestro unico rafforza il rapporto educativo tra docente e alunno e tra maestro e famiglia. "Nell'arco tra i 6 ed i 10 anni si avverte il bisogno di una figura unica di riferimento - si legge nel piano - con cui l'alunno possa avere un rapporto continuo e diretto". C'è però qualcosa che non va: nel decreto approvato dal governo, il maestro unico è previsto solo nelle prime tre classi delle elementari.

"Ci sono molte cose che non si comprendono - commenta il segretario nazionale della Cgil Enrico Panini - nelle tabelle si parla di 10 mila tagli per i maestri, ma si tratta solo del primo anno, nell'arco dei 5 anni diventeranno 50 mila. Poi non è mai citato il tempo pieno. Anche per medie e superiori vengono tagliate le ore, ma quali materie subiranno un ridimensionamento? La Gelmini ce lo faccia sapere".

Cosa succederà alle scuole medie inferiori? Solo nel prossimo anno scolastico, con la riduzione dell'orario settimanale da 32 a 29 ore, secondo il ministero 10.300 insegnanti dovranno fare i bagagli. E che fine farà il potenziamento dell'insegnamento di italiano, matematica e lingua inglese?

A dire il vero, sul tempo prolungato alle medie inferiori qualche problema esiste. Ci sono scuole che fanno un orario di 36 ore a settimana pur non disponendo di servizi e strutture in grado di assicurare le attività alternative nel pomeriggio. Alle superiori, comunque, la mazzata colpirà soprattutto gli istituti tecnici e professionali. Quattro ore in meno a settimana, compresi i laboratori.

Troppe ore di lezione rispetto altri paesi europei, come afferma il ministro? "Fandonie. Esempio di incompetenza o malafede - commenta il professor Benedetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia sperimentale a Roma Tre e consulente dell'Ocse - si gioca sul numero di ore di lezione all'anno, mentre negli altri paesi è l'orario scolastico complessivo a valere: cioè le ore pomeridiane di laboratorio di matematica e scienze che da noi non esistono".
(14 settembre 2008)

alfonso ha detto...

Classi più numerose: fino a 29 alunni all'asilo, fino a 30 nelle prime di medie e superiori. Lo prevede la bozza di regolamento per la riorganizzazione della rete scolastica presentata ieri dal Ministero dell'Istruzione ai sindacati di categoria. Non ancora il piano programmatico promesso dal ministro Maria Stella Gelmini. E in più i sindacati, che hanno visionato il documento, fanno sapere che non c'è nessun accenno alla questione del tempo pieno.

Il documento contiene i nuovi criteri per la formazione delle classi, l'accorpamento degli istituti, l'impiego del personale in esubero. "Il piano deve essere definito nei dettagli con il ministro dell'Economia", è stato spiegato ai sindacati.

E infatti la riforma parte proporio dalla attuazione della manovra economica estiva. Comunque tra mille illazioni, polemiche e incertezze ("assurde", dicono i sindacati) proviamo a fare il punto su quali dovrebbero essere - il condizionale è d'obbligo - le norme che in pochi anni dovrebbero cambiare volto alla scuola italiana.

Due parole d'ordine, "essenzialità" e "continuità": la seconda con le riforme precedenti, compresa quella del Centro-sinistra, e la prima per semplificare e rendere più efficiente l'intero sistema-scuola. Il Piano si muove su tre direttici: Revisione degli ordinamenti scolastici, Dimensionamento della rete scolastica italiana e Razionalizzazione delle risorse umane, cioè tagli.

Scuola dell'infanzia. L'organizzazione oraria della scuola materna rimarrà sostanzialmente invariata. Saranno reintrodotti gli anticipi morattiani (possibilità di iscrivere i piccoli già a due anni e mezzo) e nelle piccole isole o nei piccoli comuni montani l'ingresso alla scuola dell'infanzia potrà avvenire, per piccoli gruppi di bambini, anche a due anni. L'esperienza delle "sezioni primavera" per i piccoli di età compresa fra i 24 e i 36 mesi sarà confermata.

Scuola primaria. E' il ritorno al maestro unico la novità che ha messo in subbuglio la scuola elementare. Già dal 2009 partiranno prime classi con scansione settimanale di 24 ore affidate ad un unico insegnante che sostituisce il "modulo": tre insegnanti su due classi. Le altre opzioni possibili, limitatamente all'organico disponibile, saranno 27 e 30 ore a settimana. La Gelmini "promette" anche di non toccare il Tempo pieno di 40 ore settimanali che potrebbe essere addirittura incrementato ma, su questo punto, pare che il ministero dell'Economia non sia d'accordo. E l'insegnamento dell'Inglese sarà affidato esclusivamente ad insegnanti specializzati, non più specialisti, attraverso corsi di 400/500 ore.

Scuola secondaria di primo grado. La scuola media è al centro di un autentico tsunami che si pone come obiettivo quello di scalare le classifiche internazionali (Ocse-Pisa) che vedono i quindicenni italiani agli ultimi posti. L'orario scenderà dalle attuali 32 ore a 29 ore settimanali. Per questo verranno rivisti programmi e curricoli. Il Tempo prolungato (di 40 ore a settimana) sarà mantenuto solo a determinate condizioni, in parecchi casi verrà tagliato. Per cancellare l'onta dei test Pisa, si prevede il potenziamento dello studio dell'Italiano e della Matematica. Stesso discorso per l'Inglese, il cui studio potrà essere potenziato solo a scapito della seconda lingua comunitaria introdotta dalla Moratti.

Secondaria di secondo grado. La scuola superiore, rimasta fuori da riforme strutturali per decenni, vedrà parecchi cambiamenti. Gli 868 indirizzi saranno ricondotti ad un numero "normale". I ragazzi che opteranno per i licei (Classico, Scientifico e delle Scienze umane) studieranno 30 ore a settimana. Saranno rivisti, anche al superiore, curricoli e quadri orario. Al classico saranno privilegiati Inglese, Matematica e Storia dell'Arte. Allo scientifico, in uno o più corsi, le scuole autonome potranno si potrà sostituire il Latino con lingua straniera. I compagni degli istituti tecnici e professionali saranno impegnati per 32 ore a settimana. Stesso destino per i ragazzi dei licei artistici e musicali.

Riorganizzazione rete scolastica. Attualmente, la scuola italiana funziona attraverso 10.760 istituzioni scolastiche che lavorano su 41.862 "punti di erogazione" del servizio: plessi, succursali, sedi staccate, ecc. Secondo i calcoli di viale Trastevere, 2.600 istituzioni scolastiche con un numero di alunni inferiore alle 500 unità (il minimo stabilito dalla norma per ottenere l'Autonomia) o in deroga (con una popolazione scolastica compresa fra le 300 e le 500 unità) dovrebbero essere e smembrate e accorpate ad altri istituti. Dal ondata di tagli della Gelmini si salverebbero soltanto le scuole materne. Dovrebbero, invece, chiudere i plessi e le succursali con meno di 50 alunni: circa 4.200 in tutto. In forse anche i 5.880 plessi con meno di 100 alunni. Ma l'intera operazione, che il ministro vuole avviare già a dicembre, dovrà trovare il benestare di Regioni ed enti locali.

Razionalizzazione risorse umane: i tagli. Il capitolo dei tagli è lunghissimo. Alla fine del triennio 2009/2010-2011/2012 il governo Berlusconi farà sparire 87.400 cattedre di insegnante e 44.500 posti di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata): 132 mila posti in tutto. Il personale Ata verrà ridotto del 17 per cento. Il rapporto alunni/docente dovrà crescere di una unità. Maestro unico, soppressione di 11.200 specialisti di Inglese alle elementari, contrazione delle ore in tutti gli ordini di scuola, compressione del Tempo prolungato alla scuola media, rivisitazione delle classi di concorso degli insegnanti e ulteriore taglio all'organico di sostegno contribuiranno alla cura da cavallo che attende la scuola italiana. L'intera operazione dovrebbe consentire risparmi superiori a 8 miliardi di euro che in parte (30 per cento) potranno ritornare nelle tasche degli insegnanti, ma solo dei più meritevoli.
(25 settembre 2008)- La Repubblica

alfonso ha detto...

"IL SOLE 24 ORE"
Scuola: piano Gelmini, in tre anni 87.400 insegnanti in meno
di Luigi Illiano

Il piano del ministro Gelmini

Sedici pagine per ridisegnare la scuola italiana dei prossimi anni. Voce per voce, tutti i tagli che porteranno a 87.400 cattedre in meno e alla riduzione di 44.500 posti di personale Ata (amministrativo, tecnico, ausiliario) in tre anni. È lo schema del piano programmatico sulla scuola inviato ieri dal ministero dell'Istruzione ai sindacati. L'ufficialità della mossa fa uscire il documento dalla nebbia delle indiscrezioni e lo fa approdare al tavolo di confronto. Il testo, concordato con l'Economia, descrive le misure concrete e i tagli corrispondenti sui quali Viale Trastevere punta per dare applicazione alla manovra.
I tempi sono strettissimi, non a caso un paragrafo è dedicato all'accelerazione delle procedure. Per l'entrata in vigore delle misure dal 2009/10 è prevista l'emanazione di regolamenti dedicati agli ambiti specifici. Comprese le revisioni dei programmi del primo e secondo ciclo. Il tutto «entro il mese di dicembre» 2008.
Nella premessa viene sottolineata la continuità con le Finanziarie 2007 e 2008 e con il "Quaderno bianco sulla scuola" presentato un anno fa dai ministri del Governo Prodi, Giuseppe Fioroni (Istruzione) e Tommaso Padoa-Schioppa (Economia). Il piano conferma la revisione dei programmi e la stretta sulle ore settimanali nei diversi ordini di scuola. Tra le prime leve di intervento ci sarà l'aumento del rapporto alunni/classe: sarà elevato dello 0,20 nel 2009/10 e di 0,10 nei due anni scolastici successivi.
Le riduzioni incideranno esclusivamente sul personale a tempo determinato, cioè i supplenti, oltre 100mila docenti precari ai quali il documento non fa alcun riferimento.
Nelle sezioni dell'infanzia viene rimesso in pista l'anticipo delle iscrizioni, secondo il modello Moratti. Così come resteranno attivate le sezioni primavera, rivolte ai bambini tra i 2 e i 3 anni.
Confermato il ritorno del maestro unico (formula che, secondo il testo «va privilegiata») e il tempo pieno alle elementari. Le classi saranno affidate a un unico insegnante per 24 ore settimanali. Ritorna la legge Moratti, saranno possibili due opzioni: 27 ore e 30 ore, con il maestro prevalente. Inoltre, l'orario potrà arrivare a 40 ore, sommando il tempo mensa. Va detto che il tempo pieno, di fatto, riguarda poche Regioni italiane, soprattutto del Nord, mentre al Sud è quasi sconosciuto.
L'orario delle lezioni nella scuola media passa dalle attuali 32 a 29 ore settimanali. Entro dicembre 2008 saranno determinate le classi di concorso, per superare l'attuale frammentazione degli insegnamenti.
Il monte ore nei licei classici, linguistici, scientifici e delle scienze umane avrà un tetto di 30 ore settimanali. Per i licei artistici e quelli musicali e coreutici sarà, invece, di 32 ore. Ridimensionamento in arrivo per gli indirizzi di studio degli istituti tecnici e dei professionali (oggi sono oltre 900) e il monte ore non potrà superare quota 32, con quelle dedicate ai laboratori. Le compresenze dei docenti tecnico-pratici saranno ridotte almeno del 30 per cento.
Per far scattare il requisito dell'autonomia ogni scuola dovrebbe avere tra i 500 e i 900 alunni. Esistono alcune possibilità di deroga (aree montane e piccole isole). Ma, da quasi un decennio la rete scolastica è rimasta pressoché immutata. «Attualmente circa 700 scuole hanno una popolazione inferiore ai minimi previsti dalla fascia in deroga (meno di 300 alunni) – è scritto nel piano – e, nella stessa fascia vi sono olte 850 istituti che non hanno titolo a farne parte. A queste se ne aggiungono altre 1.050 comprese nella fascia minima». Significa che almeno il 15% delle scuole non è legittimato a funzionare come istituzione autonoma, ossia con propri dirigenti. La scure di Viale Trastevere si abbatterà su 700 scuole che saranno accorpate a istituti più grandi.
Sarà accelerata la procedura per la costituzione di un ruolo specifico per i docenti inidonei per motivi di salute, da impiegare in altre amministrazioni pubbliche. Prevista anche l'attivazione di corsi di riconversione professionale per gli insegnanti appartenenti alle classi di concorso in esubero. E via libera anche a corsi per l'inserimento in classi di concorso più ampie. Infine saranno rivisti gli istituti giuridici che comportano comandi, collocamenti fuori ruolo e utilizzazioni, per ridurli al minimo.

alfonso ha detto...

Nella conferenza stampa di oggi, il nostro amato Presidente del Consiglio ha spiegato che il Governo sta procedendo in un'opera di razionalizzazione dei costi nella scuola pubblica: ci saranno 87mila insegnanti in meno ma non ci saranno licenziamenti. Oh bella, ma com'è possibile?
Anche durante la vicenda Alitalia ho scoperto una cosa strana: per giorni e giorni ho ascoltato e letto che i dipendenti Alitalia erano 18mila, poi ad un certo punto ho cominciato a leggere ed ascoltare che erano 15mila. Com'è possibile? mi son chiesto, che non sappiano nemmeno quanti sono i dipendenti Alitalia? Poi l'ho capito: in Alitalia lavorano tremila precari, e quelli non contano... non sono lavoratori... non sono niente, non esistono nemmeno... infatti non sono calcolati neppure nelle statistiche. Lo ha confermato oggi Berlusconi: 87mila docenti in meno ma senza licenziamenti. Infatti sono precari... non esistono... perciò è impossibile licenziarli.
Pensate che qualcuno, che so... giornali, televisioni, se ne sia accorto?