venerdì 25 luglio 2008

Di ritorno


In giro per le campagne senesi, torno a scrivere qualcosa adesso prima di ripartire verso altre campagne dell'aretino. Sono stata per una settimana ad un corso di scrittura narrativa organizzato dalla rivista "Inchiostro" di Verona e ho conosciuto una ventina di persone provenienti da varie parti d'Italia.

Venti persone sono troppe per un solo docente. Dieci sarebbe stato il numero giusto, l'insegnante avrebbe avuto un contatto più diretto con gli studenti, le esercitazioni avrebbero avuto una correzione meno generica, i testi sarebbero stati analizzati nella loro struttura.

-Tutti bravi, tutti di ottimo livello, delizioso quello, un po' meno questo - diceva lui rivolgendosi alla "classe" e ascoltando i testi prodotti - e per pronunciare quel "tutti"si sforzava un pochino pensando già ai clienti del corso successivo. E le ragazzine poi, quanto erano più "fresche" di noi, un po' attempatelle! Eh si! la freschezza è la freschezza! E l' insegnante, quanto avrebbe preferito avere solo personcine "fresche" da accudire durante i tuffi nelle trame. L'organizzatore poi, avrebbe diviso con loro anche i cinque coni gelato che si mangiava ogni giorno. Se loro avessero voluto.

Ma gli affari sono affari. Tra occhi al cielo e passaparola mirati, doppi sensi e maldicenze, i due amici, anche loro non certo di primo pelo, hanno dovuto passare una settimana, ahimè, a nutrirsi solo di parole. Anche noi, le attempate e gli attempati, ci siamo nutriti di molte parole, un po' di maldicenze e qualche amicizia nata sul posto.

I corsi di scrittura sono così. Materiale umano con cui ricamare le trame.

venerdì 11 luglio 2008

Amo Di Pietro

Potrà sembrare il post di un'adolescente esaltata, ma quando penso a Di Pietro , mi viene di parlarne così.
Mi pacciono tutte le cose che dice e come le dice. Mi piace il suo italiano imperfetto (l'espressione "che c'azzecca" l'ho sentita per la prima volta da lui e l'ho trovata calzante più di cento parole eleganti), perchè la forma è anche il contenuto di quello che dice: corposa, materiale, ricca di esempi, diritta al cuore dell'interlocutore.
E mi piace tutto di quello che fa. Perchè lui non solo parla, ma fa. E quando fa, si sente l'uomo a cui nulla è stato regalato. Mi piace il suo "sudore", il suo "essere" che riscatta noi tutti dal dolore quotidiano di essere governati da questa classe politica. Qualche anno fa l'ho incontrato al mercato di S.Ambrogio con un megafono e un banchino. Stava pubblicizzando il referendum... (adesso non ricordo quale), gli sono andata vicino e come un'ombra spiavo i suoi movimenti e ascoltavo la sua voce. Naturalmente lo trovavo anche erotico. E la sua foto sul trattore, mi ha fatto impazzire. Ci manca solo che metta il suo poster nella mia cameretta e gli scriva letterine adoranti. Se avessi 15 anni farei anche questo.
Mi è piaciuta la manifestazione di Roma. Ho gioito ascoltando Travaglio e la Guzzanti. Finalmente qualcuno che diceva papale papale quello che tutti sanno ma non vogliono o possono dire. E lui, Di Pietro era là, in maniche di camicia, a dire quello che gli educandi della politica, così carini, così salottieri, tra un apertivo e una convention, non potrebbero mai dire. Viva Di Pietro!
Esisterà già un fan club? Adesso mi informo.

giovedì 10 luglio 2008

Gli animali e l'estate


Se dovessi condensare l'estate in un suono, non sarebbe il rumore del mare ma il frinire delle cicale nei caldi pomeriggi vuoti quando l'ombra dei grandi abeti in giardino non basta a dare sollievo. Il loro frinire è come un muro sonoro, un argine compatto senza cunette o dossi, una protezione virtuale dal caos interiore. Basta sintonizzarsi e adagiarsi, le cicale non smettono, unite in questo inno quotidiano. E spesso mi sono chiesta: ma quante sono? Non potrebbe essere un unico frinire? Troppo pigra per controllare qualche fonte scientifica mi chiedo che differenza "fisica" ci sia fra una cicala e un grillo. Il canto diverso uscirà pure da un corpo diverso. Sono cresciuta in campagna eppure non so come si fatto un grillo e nemmeno una cicala. Uno lo immagino marrone con la bombetta in testa come il grillo di Pinocchio, una la penso verde con le ali trasparenti. Il cri cri del grillo è come un tarlo nella testa, il frinire è un frullo, un vento sempre uguale. Per me l'estate è un vento caldo che affanna quelli che non partono, quelli che rimangono in città con i vestiti spiegazzati, la pelle bianca e la sera escono per mangiare un gelato.

Io ho un gatto, o meglio la mia vicina ha un gatto ma io ho fatto di tutto in questi anni perchè stesse qui nel mio giardino e in casa. E lui passa molto tempo con me, ma non in estate. Quando comincia a fare caldo, lui diventa un altro, se viene e miagola, miagola così forte che sembra stia succedendo qualcosa di grave, ha un muso "estivo", meno rotondo e più pensieroso. Mangia i croccantini nella sua ciotola e poi svelto svelto sale sul muro che divide il mio giardino dal suo e se ne va. L'inverno invece mangia e poi mi sale addosso se sono seduta, fa un po' di pane sulla mia pancia, poi zitto zitto va in camera e sale sul letto. Se è un po' arrabbiato invece sta sopra una sedia magari scomoda perchè lui è molto grosso. L'estate lo tiene lontano, chissà se sotto una pianta o in casa della sua padrona.

Nel mio giardino la notte c'è anche qualche lucciola. Quando i mattoni della terrazza smettono di emanare calore e le ombre degli alberi e delle piante bruciate dal sole, diventano un nero profilo, le lucciole punteggiano qua e là il fresco della sera. Chissà se ancora c'è qualcuno che imprigiona le lucciole sotto un bicchiere, le lascia soffocare e poi la mattina mette dentro al bicchiere un soldino. Una sorpresa per i bambini. Una crudeltà in regalo. Per i bambini che a volte legano i barattoli alla coda del gatto, tagliano a metà le lucertole, chiudono le ranocchie dentro una scatola. E gli adulti ridono e si compiacciono delle belle trovate dei loro frugoletti.
Siccome adesso ci sono meno lucciole penso ci siano meno aguzzini. Delle lucciole e solo di queste.
Sui muri arancio della mia cucina stazionano da un giorno all'altro dei farfalloni neri notturni. Non ho capito se entrano per ripararsi dal giorno e poi rimangono perchè si trovano bene, o se entrano in attesa che arrivi la notte per passarla comunque abbarbicati al muro. Il primo farfallone che è arrivato mi ha fatto pensare al detto di mia nonna: "farfallone (o moscone?) novità o persone", ho aspettato trepidante, non è successo niente. Poi ne sono arrivati altri e sono ripartiti. L'unica novità è che da una settimana convivo con dei farfalloni allungati sull' arancio della mia cucina.
(Immagino che queste storie sembrino insulse e non interessino a nessuno. Ma questo è quanto.)




martedì 1 luglio 2008

Stranistranieri estate. Corso di scrittura creativa


E siamo arrivati quindi a fare i conti con le iscrizioni di chi vuole buttarsi in questa esperienza estiva. Non siamo moltissimi ma può andare. Il corso non insegnerà certo come diventare scrittori famosi ma offrirà degli strumenti che serviranno a modulare e forgiare meglio le capacità, la voglia di scrivere e il talento di ognuno. La cornice naturale poi sarà qualcosa che darà maggiore risalto alle "fatiche" mattutine. La piscina e la cascatella sull' Arno in mezzo a pioppi, abeti, larici, lecci, rinfrescheranno gli spunti e le ispirazioni per scrivere storie. La sera fa quasi freddo, bisogna uscire con felpe e giacchina, le occasioni all'aperto sono tante, c'è solo l'imbarazzo della scelta. E chi già scrive e ha materiale chiuso nei cassetti può cogliere l'occasione giusta per leggerlo ed avere dei riscontri.

lunedì 30 giugno 2008

Stranistranieri estate (vanità)


Non incontro più gli studenti a scuola, qualcuno mi manda un messaggio, qualcuno telefona, altri non li vedrò più. Alla festa di fine anno (a casa mia) alcuni erano veramente ubriachi, una delle mie due poltrone gialle, anni 5o, è stata macchiata irrimediabilmente con il vino. Mi ripropongo ogni anno di tenere fuori la mia casa e alla fine sono tutti qui. Abbiamo provato (noi savi) a smacchiarla con il sale, ma non c'è stato niente da fare. Abbiamo ballato e cantato a squarciagola "Non ti scordar mai di me" di Giusy Ferreri (?) e abbiamo mangiato delle meringhe provenienti dall'Ucraina. Qualcuno piangeva. Quello che ha macchiato la poltrona ha continuato come un nastro registrato a chiedere scusa mentre si versava Chianti Gallo nero. E io adesso ho traslocato nella casa in campagna vicino al fiume dove continuo però ad incontrare stranieri. Romeni e polacchi, molti adolescenti, un bambino macedone di 11 anni bello rotondo che ogni giorno, verso le due, fa due chilometri a piedi e viene alla cascata a fare il bagno. Siccome lo incalzo con le domande, mi racconta, un po' stupito (dell'interessamento), di quando andrà in Macedonia, a trovare i parenti e porterà le mucche al pascolo. Mi ha detto anche che non gli piace scrivere, che la maestra lo butta sempre fuori e che un giorno ha infilato un compagno nel cestino della carta. -Ma ci voleva entrare lui - ha precisato, però poi la maestra si è arrabbiata solo con lui. Farà la prima media a settembre e dice che farà tanto casino. Parla l'italiano senza nessun accento, anzi si, con l'accento del Casentino.

venerdì 13 giugno 2008

Per chi si accalora all'argomento

Perchè le donne salvino la faccia e il loro futuro c'è anche la clinica specializzata in ricucitura di imene. Sempre in Francia e forse anche in altri paesi. Dopo anni e anni di battaglie e conquiste bisogna ancora sentire queste stronzate. Non c'è salvezza. Gli uomini più sono religiosi più raccontano e vogliono bugie, le donne si organizzano per raccontarle nel miglior modo possibile. Non era questo che avevamo immaginato: chirurghi plastici gonfi di quattrini e donne che vivono ancora nel mito della purezza per costruire un futuro con uomini che possono essere sporchi quanto vogliono. Dio come mi fa schifo tutto questo!

L'insostenibile leggerezza dell'essere

Andavo in motorino con la gonna sopra le ginocchia e una camicetta scollata che lasciava intravedere una spallina del reggiseno. Mi sono fermata in un distributore e l'omino di turno, niente male, mi ha detto che ero davvero sportiva che raramente vedeva una donna sportiva così. L'ho guardato aspettando che mi uscissero le parole giuste per rispondergli, non capivo se mi stesse facendo un complimento o se volesse dire qualcos'altro. Non mi è uscito niente, ho fatto benzina e sono ripartita.
E mentre guidavo il mio scooter 125, per i viottoli di campgna che costeggiano la pista dell'aereoporto e guardavo le case diroccate abbracciate dai rovi e dai rami di fico, ho pensato che sarebbe bello attraversare la vita con i piedi appoggiati su un mezzo di trasporto e il vento nei capelli. Senza scendere mai. Semplicemente fendere l'aria, riempirsi le narici del profumo di erba tagliata, scambiare qualche battuta con il benzinaio di turno e basta. Essere proprietari di un corpo vuoto e di una mente che si nutre solo di profumi.
Invidiata dai più perchè già in vacanza, questi erano i miei pensieri alle 5 di un pomeriggio senza scuola.