venerdì 11 luglio 2008

Amo Di Pietro

Potrà sembrare il post di un'adolescente esaltata, ma quando penso a Di Pietro , mi viene di parlarne così.
Mi pacciono tutte le cose che dice e come le dice. Mi piace il suo italiano imperfetto (l'espressione "che c'azzecca" l'ho sentita per la prima volta da lui e l'ho trovata calzante più di cento parole eleganti), perchè la forma è anche il contenuto di quello che dice: corposa, materiale, ricca di esempi, diritta al cuore dell'interlocutore.
E mi piace tutto di quello che fa. Perchè lui non solo parla, ma fa. E quando fa, si sente l'uomo a cui nulla è stato regalato. Mi piace il suo "sudore", il suo "essere" che riscatta noi tutti dal dolore quotidiano di essere governati da questa classe politica. Qualche anno fa l'ho incontrato al mercato di S.Ambrogio con un megafono e un banchino. Stava pubblicizzando il referendum... (adesso non ricordo quale), gli sono andata vicino e come un'ombra spiavo i suoi movimenti e ascoltavo la sua voce. Naturalmente lo trovavo anche erotico. E la sua foto sul trattore, mi ha fatto impazzire. Ci manca solo che metta il suo poster nella mia cameretta e gli scriva letterine adoranti. Se avessi 15 anni farei anche questo.
Mi è piaciuta la manifestazione di Roma. Ho gioito ascoltando Travaglio e la Guzzanti. Finalmente qualcuno che diceva papale papale quello che tutti sanno ma non vogliono o possono dire. E lui, Di Pietro era là, in maniche di camicia, a dire quello che gli educandi della politica, così carini, così salottieri, tra un apertivo e una convention, non potrebbero mai dire. Viva Di Pietro!
Esisterà già un fan club? Adesso mi informo.

8 commenti:

alfonso ha detto...

Negli ultimi anni mi sono arrovellato nel dubbio se siamo diventati un popolo di deficienti o un popolo di mascalzoni, propendendo sempre di più per la seconda ipotesi (anche se a volte accadono cose che mi ripropongono il dubbio originale): solo un popolo di mascalzoni, infatti, può stringere un patto scellerato come quello che il popolo italiano ha stretto col più gran mascalzone che la storia d’Italia ricordi, “nominandolo” Capo del Governo. Solo un popolo di mascalzoni può meritarsi quella stampa e quella televisione che ci ritroviamo. Il giorno dopo la manifestazione di Piazza Navona è scattata la solita gara a chi si “indigna” di più (difficile battere la Finocchiaro) o a chi prende di più le “distanze”, e qui il campione è Walter (ma non poteva fare il geometra, invece che il sedicente capo dell’opposizione?) che le “distanze” le ha prese anche dal concetto stesso di opposizione. Ve le ricordate le facce indignate (soprattutto quella della Finocchiaro) dopo che Travaglio aveva raccontato, in televisione, dei rapporti societari che Schifani (la seconda carica dello Stato!) aveva avuto con noti esponenti di Cosa Nostra? Ecco, sono sempre le stesse. Questo paese di mascalzoni non ha ancora trovato il luogo giusto, il momento adatto, o la situazione opportuna, in cui sia possibile raccontare le cose come stanno senza suscitare scandalo per il semplice fatto di raccontarle: non sui giornali, di proprietà dei poteri forti collusi con quello politico, da cui ricevono un miliardo di euri all’anno di finanziamenti (soldi dei contribuenti), non si possono dire in televisione, proprietà privata del Capo del Governo, e ora nemmeno in piazza.

Post scriptum per Veltroni e la Finocchiaro: sono Berlusconi e le sue leggi-canaglia lo scandalo, non Di Pietro e Travaglio; è Berlusconi il nemico, non Di Pietro; è la Carfagna ministro lo scandalo, non la Guzzanti.

El novio ha detto...

Come si può non amare Di Pietro, rimasto l'unico a difendere l'onestà, la giustizia,l'integrità morale e, con quei valori, tutti i cittadini onesti?
Già da magistrato ci aveva fatto intravvedere un'Italia diversa ma allora, come anche ora purtroppo,erano troppo pochi quelli come lui...
Adesso però che incarna l'unica opposizione vera c'è da sperare che non lo lasceremo soloperchè ciò che resta di buono in questo Paese può contare solo su di lui.

alfonso ha detto...

PESCARA - Il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco (Pd), che guida una giunta di centrosinistra, è stato arrestato questa mattina dalla Guardia di finanza nell'ambito di un'inchiesta sulla sanità condotta dalla Procura della Repubblica di Pescara. I reati ipotizzati sono associazione a delinquere, truffa, corruzione e concussione per gestione privata nella sanità. (notizia di questa mattina).

Questo degno erede di Craxi è un altro dei mascalzoni con cui gli italiani hanno stretto un patto.
Può anche darsi che non sarà mai processato.

alfonso ha detto...

Berlusconi: "Serve riforma
radicale della giustizia"

PARIGI - Non basta. Non basta lo scudo penale per le quattro più alte cariche dello stato. Non basta la blocca processi diventata slitta processi. Per il premier "c'è la necessita ab imis di una riforma del sistema giudiziario italiano". Berlusconi parla con i cronisti a Parigi al termine del vertice Euromed. Anche con la separazione delle carriere? "Io credo - risponde il premier - che si debba fare di più". Quanto di più? "Molto di più...", aggiunge il premier.

L'occasione questa volta non sono i "suoi" processi e le inchieste che lo vedono coinvolto. Bensì l'arresto del presidente della regione Abruzzo Ottaviano del Turco (Pd) al centro, secondo le accuse, con la sua giunta di centrosinistra di un comitato di affari che lucrava sul sistema sanitario regionale. "Spesso i teoremi accusatori sono infondati" dice Berlusconi molto colpito dall'inchiesta della Guardia di finanza. "Mi sembra molto strana - aggiunge - una decapitazione completa, quasi una retata, di un intero governo di una regione".

Come vedete, il cerchio si chiude.

alfonso ha detto...

«È tornata tangentopoli», tuona Antonio Di Pietro. «È difficile invece - ha aggiunto l’ex pm - che torni mani pulite dal momento che in Parlamento si fanno le leggi per non fare i processi e invece di occuparsi della giustizia si occupa di fermare la giustizia». Secondo il leader dell’Idv, «al di là della responsabilità penale di cui si occuperà il giudice, in Abruzzo c’è la necessità di un ricambio generazionale della classe politica per chè questo sistema politico non ha nulla da invidiare a quello della prima repubblica. L’unica differenza- sottolinea Di Pietro - e che allora si vergognavano quando venivano scoperti, oggi la prima cosa che si fa, come ha fatto Berlusconi, è attaccare la magistratura che fa il suo dovere».

Ma Veltroni che dice? Non trovo traccia di sue dichiarazioni (e nemmeno della Finocchiaro).

alfonso ha detto...

In questo paese di mascalzoni bisognerà estendere il lodo fino ai bidelli delle elementari!

alfonso ha detto...

Bankitalia: 'Crescita dimezzata'
Giornata nera per i mercati
Dati pessimi nel bollettino (testo). Pil invariato, produzione in calo. Fermi consumi e investimenti. E l'Istat conferma: inflazione al 3,8%, la più alta dal 1996. I mercati cedono anche sull'allarme di Bernanke. In Borsa bruciati 140 miliardi. Milano -2,5. Record per euro (1,60) e benzina.

(Questo il riassunto della giornata, stiamo precipitando nel baratro e anche oggi il Parlamento si è occupato del Lodo salva-Berlusconi, Veltroni rimugina sul dialogo e Rutelli discute di nuove alleanze, dentro Casini e fuori Di Pietro).

alfonso ha detto...

Lo psiconano ha ragione. Per lui, l’arresto di Del Turco è “il solito teorema”. Il teorema Del Turco infatti dice:
“La somma dei due partiti (PDL e PDmenoelle) costruiti sui cateti è uguale all'area delle tangenti costruite sull'ipotenusa.”
Quanto vale l’ipotenusa?
La moderna teoria economica italiana fornisce una risposta con il teorema Craxi:
“La percentuale dei finanziamenti pubblici ai partiti, detta ipotenusa, corrisponde al 30% delle transazioni immateriali”.
Il teorema Craxi non può essere provato scientificamente, ma solo in natura, in quanto i finanziamenti sono occulti.
Una prova empirica del teorema Craxi è fornita dal debito pubblico. Se si calcola per approssimazione l’entità delle tangenti date ai partiti negli ultimi venti anni si arriva per largo difetto a 1661 miliardi di euro che corrisponde al debito pubblico attuale.
I teoremi Del Turco e Craxi sono alla base della legge della relatività ristretta di Berlusconi (detta ristretta per le dimensioni del soggetto):
“La giustizia è relativa e si applica solo per gli altri”. Lo studioso di prescrizioni Ghedini e il suo portavoce al governo Alfano precisano che per “altri” non si intendono comunque cariche pubbliche, mafiosi, banchieri e tutte le istituzioni nel senso più ampio.
La Teoria Argentina spiega infine gli effetti della concomitanza delle teorie Del Turco, Craxi e Berlusconi:
“Quando le tangenti superano la soglia della povertà generale dei cittadini, il sistema fallisce”.
Le conseguenze della Teoria Argentina sono illustrate nella Teoria di Piazzale Loreto:
“Quando il sistema fallisce, il responsabile viene appeso per i piedi o scappa a Hammamet”.
(dal blog di B.Grillo)