giovedì 10 luglio 2008

Gli animali e l'estate


Se dovessi condensare l'estate in un suono, non sarebbe il rumore del mare ma il frinire delle cicale nei caldi pomeriggi vuoti quando l'ombra dei grandi abeti in giardino non basta a dare sollievo. Il loro frinire è come un muro sonoro, un argine compatto senza cunette o dossi, una protezione virtuale dal caos interiore. Basta sintonizzarsi e adagiarsi, le cicale non smettono, unite in questo inno quotidiano. E spesso mi sono chiesta: ma quante sono? Non potrebbe essere un unico frinire? Troppo pigra per controllare qualche fonte scientifica mi chiedo che differenza "fisica" ci sia fra una cicala e un grillo. Il canto diverso uscirà pure da un corpo diverso. Sono cresciuta in campagna eppure non so come si fatto un grillo e nemmeno una cicala. Uno lo immagino marrone con la bombetta in testa come il grillo di Pinocchio, una la penso verde con le ali trasparenti. Il cri cri del grillo è come un tarlo nella testa, il frinire è un frullo, un vento sempre uguale. Per me l'estate è un vento caldo che affanna quelli che non partono, quelli che rimangono in città con i vestiti spiegazzati, la pelle bianca e la sera escono per mangiare un gelato.

Io ho un gatto, o meglio la mia vicina ha un gatto ma io ho fatto di tutto in questi anni perchè stesse qui nel mio giardino e in casa. E lui passa molto tempo con me, ma non in estate. Quando comincia a fare caldo, lui diventa un altro, se viene e miagola, miagola così forte che sembra stia succedendo qualcosa di grave, ha un muso "estivo", meno rotondo e più pensieroso. Mangia i croccantini nella sua ciotola e poi svelto svelto sale sul muro che divide il mio giardino dal suo e se ne va. L'inverno invece mangia e poi mi sale addosso se sono seduta, fa un po' di pane sulla mia pancia, poi zitto zitto va in camera e sale sul letto. Se è un po' arrabbiato invece sta sopra una sedia magari scomoda perchè lui è molto grosso. L'estate lo tiene lontano, chissà se sotto una pianta o in casa della sua padrona.

Nel mio giardino la notte c'è anche qualche lucciola. Quando i mattoni della terrazza smettono di emanare calore e le ombre degli alberi e delle piante bruciate dal sole, diventano un nero profilo, le lucciole punteggiano qua e là il fresco della sera. Chissà se ancora c'è qualcuno che imprigiona le lucciole sotto un bicchiere, le lascia soffocare e poi la mattina mette dentro al bicchiere un soldino. Una sorpresa per i bambini. Una crudeltà in regalo. Per i bambini che a volte legano i barattoli alla coda del gatto, tagliano a metà le lucertole, chiudono le ranocchie dentro una scatola. E gli adulti ridono e si compiacciono delle belle trovate dei loro frugoletti.
Siccome adesso ci sono meno lucciole penso ci siano meno aguzzini. Delle lucciole e solo di queste.
Sui muri arancio della mia cucina stazionano da un giorno all'altro dei farfalloni neri notturni. Non ho capito se entrano per ripararsi dal giorno e poi rimangono perchè si trovano bene, o se entrano in attesa che arrivi la notte per passarla comunque abbarbicati al muro. Il primo farfallone che è arrivato mi ha fatto pensare al detto di mia nonna: "farfallone (o moscone?) novità o persone", ho aspettato trepidante, non è successo niente. Poi ne sono arrivati altri e sono ripartiti. L'unica novità è che da una settimana convivo con dei farfalloni allungati sull' arancio della mia cucina.
(Immagino che queste storie sembrino insulse e non interessino a nessuno. Ma questo è quanto.)




1 commento:

Carla ha detto...

Personalmente adoro i gatti,avevo una gatta e ho vissuto con lei per 11 anni.Ora non posso avere gatti perchè ho già 2 pulci di figli ed un orso in perenne letargo come marito...troppi animali in casa!Ma se passa qualche gatto nel mio giardino faccio come te gli offro cibo e coccole.Dei gechi non ne hai parlato eppure sono utilissimi nel mangiare le zanzare!Buone vacanze!