venerdì 13 giugno 2008

Per chi si accalora all'argomento

Perchè le donne salvino la faccia e il loro futuro c'è anche la clinica specializzata in ricucitura di imene. Sempre in Francia e forse anche in altri paesi. Dopo anni e anni di battaglie e conquiste bisogna ancora sentire queste stronzate. Non c'è salvezza. Gli uomini più sono religiosi più raccontano e vogliono bugie, le donne si organizzano per raccontarle nel miglior modo possibile. Non era questo che avevamo immaginato: chirurghi plastici gonfi di quattrini e donne che vivono ancora nel mito della purezza per costruire un futuro con uomini che possono essere sporchi quanto vogliono. Dio come mi fa schifo tutto questo!

11 commenti:

Toyo Perplesso ha detto...

Oddio dove stiamo andando a finire... ...comincio seriamente a odiare gli uomini...

alfonso ha detto...

Ci sono donne che vanno in clinica a farsi ricostruire la “verginità”, e ci sono uomini che ci vanno per farsi allungare il pene.
Ci sono quelli che consigliano loro di andare da uno psicologo, e ci sono quelli che dallo psicologo ci portano il cane.
Ci sono anche quelli che considerano gli psicologi, dei cani.
Ci sono quelli che pensano che l’hijab sia un simbolo d’oppressione, perché copre, e la minigonna un simbolo di liberazione, perché scopre.
Ci sono quelli che pensano l’esatto opposto.
Ci sono quelli che confondono mercificazione con liberazione.
Ci sono quelli che muoiono sul lavoro, e questa mi sembra faccenda più seria.
C’è il clandestino che vola giù dall’impalcatura e ci sono quelli che: “se fosse rimasto a casa sua, non avrebbe fatto questa fine”. E ci sono anche quelli che: “se l’avessero arrestato prima, pure, si sarebbe salvato”.
Ci sono quelli che mangiano tutti i giorni, e quelli che stanno a guardare ma che presto o tardi s’incazzeranno.
Ci sono i talebani afgani che demoliscono i Budda e i talebani italiani che demoliscono i Rom.
Ci sono mariti che ammazzano le mogli, e ci sono mogli che ammazzano i bambini.
Ci sono zii che stuprano i nipoti, e nipoti che squartano i nonni.
Ci sono quelli che emettono scorie radioattive.
Ci sono quelli che pensano che c’è una cultura e una sola, la propria.
Ci sono i fannulloni statali e i fannulloni di Stato.
C’è il conflitto d’interesse e l’interesse del conflitto.
Ci sono quelli che muoiono di Aids e quelli che prosperano di Aids.
Ci sono quelli che muoiono di terrore e quelli che prosperano di terrore.
C’è la mondezza, l’Alitalia e l’evasione fiscale.
C’è la mafia, la camorra e Sanremo.
Ci sono i metalmeccanici, gli integralisti e i pacifisti. Gli ebrei e i comunisti. Quelli per l’Europa e quelli contro l’Europa, i naziskyn, le intercettazioni, i precari e i disoccupati. C’è l’ICI, il ponte sullo stretto, il Panda in estinzione, il buco dell’ozono e il buco di bilancio. C’è il capo del principale schieramento avversario, il capitano della nazionale e il capro espiatorio. Il cambiamento climatico, l’effetto serra, il petrolio, le autostrade, la zanzara tigre, il Tibet, Juantanamo, la crisi balcanica, la moschea che non si deve fare, i salari, le pensioni, la casta, i lavavetri e gli accattoni.
La crisi mediorientale, il Darfur, il razzismo, il buddismo, le partenze intelligenti, i viaggi culturali e il turismo sessuale. Gli inceneritori e i rigassificatori. I pirati del Mar Rosso. Il gay pride e il family day. I girotondi e la mozzarella alla diossina…

Dio che fatica, come si fa a stare dietro a tutto? E meno male ci avevano assicurato che siamo solo di passaggio! Comunque, l’importante è lasciare tutto come abbiamo trovato.

Corleone Dialogos ha detto...

L'ignoranza è proprio una brutta cosa. Mi fa ritornare in mente anche il problema delle mutilazioni dei genitali femminili, questi come tanti altri punti fanno sì che per noi non è possibile tollerare tutta la cultura, perchè in contrasto ai nostri principi, e che lede la salute e la dignità delle donne.

Giuseppe Crapisi

Anonimo ha detto...

Bravo Alfonso! Meno male che ci sono persone che ragionano così. Ammiro la tua concretezza.
Mary

alfonso ha detto...

L’accenno di Giuseppe alle mutilazioni genitali (che sono una cosa seria, al contrario della clinica della “verginità”) mi offre l’occasione per una riflessione, a carattere generale, su quale sia l’approccio più sensato nei confronti di tutte quelle questioni che milioni d’immigrati, provenienti da paesi così lontani da noi per cultura, costumi e religione, ci pongono.
Alcuni aspetti deteriori della loro cultura sono assolutamente inaccettabili, contrari ai nostri valori e principi codificati nelle leggi dello Stato. Nessuno può pensare, però, che bastano dei paletti legislativi per arginarli, non bastano neppure per le faccende di casa nostra.
Va da sé, che occorre dispiegare politiche d’integrazione serie, promuovere e favorire alti livelli di scolarizzazione, costruire sui territori diffuse reti d’assistenza e solidarietà rivolte ai soggetti più deboli (per esempio, le donne).
Ma ammesso, e nient’affatto concesso, che queste cose si stiano facendo, cosa fare nell’attesa che esse producano, col tempo, risultati tangibili? Questo è il punto critico, quello in cui si scatenano feroci discussioni che, spesso, sottopongono a duro giudizio l’intelligenza del Genere Umano.
A Firenze, presso il reparto di ginecologia dell’ospedale di Careggi, esiste un centro unico in Italia per la prevenzione e la cura delle mutilazioni genitali femminili. Dai suoi ambulatori passano in media, anche se l'attività non è mai stata monitorata puntualmente, dalle quattrocento alle cinquecento donne ogni anno. Tutte per complicazioni dovute a mutilazioni genitali. Il centro è diretto dal ginecologo dott. Omar Abdulcadir, somalo, che ebbi modo di conoscere personalmente nel 2002, in una delle tante occasioni in cui mi capitò di accompagnare mia moglie durante la gravidanza.
Qualche tempo dopo, il dott. Abdulcadir salì allariblta delle cronache perchè propose un rituale alternativo e simbolico ad una delle più diffuse mutilazioni genitali femminili, una pomata anestetica e poi una puntura di spillo sulla clitoride per far uscire qualche goccia di sangue. La Regione Toscana chiese il parere dell'ordine dei medici e del comitato di bioetica. Alla fine il parere fu negativo, i motivi non sto ad elencarli perché sono immaginabilissimi. Ovvi, scontati. Non ci fu partita, volete mettere dei codici etici contro un machete! Talmente ovvi e scontati che sembravano tratti da un catalogo: dalle loro borse Gucci, o Prada, gli interpellati, che fino ad un quarto d’ora prima neppure s’erano mai posti il problema, seppero trarre i “principi” giusti su cui costruire la loro risposta. Anche molte donne somale, capoverdiane, eritree, ivoriane, senegalesi, fecero sentire il loro dissenso. Esse avevano ben altro titolo a parlare, le storie che raccontavano erano raccapriccianti, toccanti, ma si capiva che, qualunque fosse stata la loro storia personale, vivevano oggi in un contesto nel quale nulla avevano da temere per le proprie bambine. Il fronte dei favorevoli era sparuto e spaurito, così come le poche donne che accettavano di parlare: dall’angoscia nei loro occhi si capiva che, loro, il problema non l’avevano ancora risolto, ed avevano fondati motivi per temere per l’incolumità delle proprie figlie. Si può stare certi, infatti, che quel che non si può fare in Italia si può fare altrove: il momento giusto è quello del ritorno al proprio paese durante le ferie, è lì che scattano le mannane dell’infibulazione. Senza che le leggi dello Stato italiano, o i “principi” inossidabili dei duri e puri, possano far nulla per impedirlo.
La proposta del dott. Abdulcadir non intendeva salvaguardare un bell’accidenti che non fosse l’incolumità di tante bambine, ad un medico come lui importava assai dei “principi”! Essa si proponeva come “mediazione”, temporanea, fra la barbarie e una civiltà ancora da conquistare. Se fosse servito a salvarne una sola, da tanta macelleria, forse ne sarebbe valsa la pena.

Corleone Dialogos ha detto...

Anche io conosco l'idea geniale del dott. Abdulcadir e del suo lavoro a Careggi. La mia ragazza, ostetrica, ha fatto la tesi di laurea proprio sulle mutilazioni genitali femminili. Un'idea geniale cestinata dagli illustri medici italiani. Sono contento che per una volta siamo d'accordo che non sempre noi dobbiamo accettare in toto la cultura degli stranieri e che ci sono principi e diritti a cui noi non dobbiamo e non possiamo transiggere. E' vero che la legge spesso non risolve i problemi ma e pur vero che il problema dell'Italia rimane la certezza della pena. le leggi ci sono ma poi anche se ti beccano non ti fanno nulla, manca la credibilità della legge. Per il resto concordo che il metodo del dott. è ottimale ma credo che le mutilazioni sono da perseguire penalmente.

Giuseppe Crapisi

Stranistranieri ha detto...

Non avendo il dono dell'ubiquità mentale e dovendo dare una successione temporale alle ripulse, preferisco darla alle cose che mi stanno più a cuore.

Stranistranieri ha detto...

Ma se erano i somali stessi a non volere il "surrogato"? Ma se era la maggioranza delle donne somale che pensava che la pratica alternativa non "incidesse" abbastanza sul perpetuarsi della tradizione? Romanticamente disquisire leggendo i giornali senza starci davvero in mezzo a questa gente,porta ad una visione ideale e non reale.

alfonso ha detto...

Come premesso, e per riallacciarmi ad una precedente discussione, la mia era solo una riflessione a carattere generale, anche se prendeva spunto da una situazione specifica (accennata da Giuseppe).
Non essendo nè somalo, nè un infibulatore, non posso avere delle opinioni in merito alla vicenda? (ma non sono neppure un chirurgo plastico che si occupa della "verginità" delle ragazze, nè una ex verginella, neppure donna o un francese per poter parlare di cose di donne o francesi eccetera, dunque non posso avere opinioni?). Per la precisione, le donne accusarono apertamente i capi delle loro comunità di aver firmato un accordo con Abdulcadir sul progetto alternativo, il che farebbe supporre che, al di là del fatto che le donne non fossero state interpellate (è grave!), vi fosse una base di consenso su cui lavorare. Ho già detto del dissenso delle donne (di quelle che probabilmente avevano già risolto il "problema"), e ho detto anche del silenzio di quelle che, purtroppo, erano ancora ostaggio di un feroce tribalismo.
Parliamoci fuori dai denti, nella proposta di Abdulcadir, in sè, non v'era nulla di edificante, era solo un tentativo di strappare qualche vittima ai suoi carnefici.

alfonso ha detto...

Il Cairo, 16 giu. (Apcom) - Almeno quaranta immigrati sono morti e circa cento risultano dispersi dopo il naufragio dell'imbarcazione sulla quale viaggiavano al largo della Libia. I clandestini erano diretti in Italia. Lo si apprende da fonti di sicurezza egiziane.

Questi, almeno, non dovremo arrestarli

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good