lunedì 5 maggio 2008

Siamo un po' uguali


Due studenti brasiliani, colti e intelligenti. Sono qui per un anno per fare un Master all'università. Sono stai in Francia per un anno per fare qualcos'altro. Pensiero espresso a proposito dell'università a Firenze: disorganizzazione totale, i professori non espongono il loro programma, spesso sono assenti, la data degli esami è qualcosa di fluttuante e sempre rivedibile, gli studenti sono in balia del caso.

Francia: Le facoltà sono ben organizzate, gli studenti si muovono dentro percorsi ben preordinati, i professori sono dipendenti dell'università e non agiscono come liberi professionisti oberati di lavoro e sempre sfuggenti.

Gli Italiani sono allegri e bugiardi, i Francesi tristi e musoni. Quando i Francesi si incontrano dopo tanto tempo, non c'è un abbraccio caldo ma una mano molle.

In Italia è come in Brasile, i soldi ci sono, i fondi arrivano, ma tutto scompare nelle tasche di pochi. Qui le mafie, i politici corrotti, l'amore per il sotterfugio e l'intrallazzo, in Brasile più o meno la stessa cosa.

Ecco, questa è la loro opinione.

6 commenti:

alfonso ha detto...

Non so se il loro Parlamento è simile al nostro ma, per agevolare il raffronto, faccio la lista dei 24 parlamentari “nostri” che hanno già subito condanne definitive. L’elenco è aggiornato a maggio 2008

Fonti: - “Se li conosci li eviti” di Marco Travaglio e Peter Gomez
-Camera dei Deputati (www.camera.it), Senato della Repubblica (www.senato.it)

Berruti Massimo Maria (FI): condannato in via definitiva a 8 mesi per favoreggiamento.

Bonsignore Vito (europarlamentare FI): condannato definitivamente a 2 anni per tentata concussione nello scandalo delle
tangenti per il nuovo ospedale di Asti.

Mario Borghezio (europarlamentare Lega Nord): condannato in via definitiva per incendio aggravato da "finalità di
discriminazione", per aver dato fuoco ai pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte di Torino, a 2 mesi e 20
giorni di reclusione commutati in 3.040 euro di multa.

Bossi Umberto (Lega Nord): condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito
dalla maxitangente Enimont.
Cantoni Giampiero (FI): ha patteggiato 2 anni di reclusione per corruzione e concorso in bancarotta e risarcito 800 milioni di
lire.

Carra Enzo (PD): una condanna in via definitiva per false dichiarazioni al pubblico ministero. Per i giudici, Carra è un falso
testimone che, con il suo «comportamento omertoso» e la sua «grave condotta antigiuridica», ha tentato di «assicurare
l’impunità a colpevoli di corruzione, falso in bilancio e finanziamento illecito» nel caso Enimont. Parola del Tribunale e della
Corte d’Appello di Milano, nonché della Cassazione, che l’hanno condannato prima a 2 anni e poi a 1 anno e 4 mesi (grazie
allo sconto del rito abbreviato) di carcere.

Ciarrapico Giuseppe (PDL): è stato condannato a 3 anni definitivi per il crack da 70 miliardi della Casina Valadier (ricettazione fallimentare) e ad altri 4 e mezzo per il crack Ambrosiano (bancarotta fraudolenta). Come si vede la sua fedina penale è più nera della “camicia”. Le sue vittime non sono mai riuscite a pignorargli un solo centesimo, eppure Berlusconi lo aveva imbarcato perché gli servivano i “suoi giornali”, ora proveranno a pignorargli lo stipendio di parlamentare: vedremo… (Vedi l’inchiesta sull’ultimo numero de “L’Espresso”)

De Angelis Marcello (AN): condannato in via definitiva a 5 anni di carcere per banda armata e associazione sovversiva come
dirigente e portavoce del gruppo neofascista Terza Posizione.

Dell’Utri Marcello (FI): condannato definitivamente a Torino a 2 anni e 3 mesi per false fatture e frodi fiscali nella gestione
di Publitalia (reato per cui fu arrestato per 18 giorni nel maggio 1995 e poi patteggiò la pena in Cassazione).

Farina Renato (FI): Farina patteggia una pena di 6 mesi di reclusione per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar,
l’imam egiziano rifugiato in Italia, sequestrato a Milano il 17 febbraio 2003 dalla Cia con l’aiuto del Sismi, trasportato nella
base americana di Aviano e di lì deportato in Egitto, dove fu torturato per sette mesi.

La Malfa Giorgio (FI): condannato definitivamente a 6 mesi per il finanziamento illecito della maxitangente Enimont.
Maroni Roberto (Lega Nord): condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale
durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano.

Nania Domenico (AN): arrestato per 10 giorni e poi condannato in via definitiva a 7 mesi per lesioni personali legate ad
attività violente nei gruppi giovanili di estrema destra (fatti dell’ottobre ’69, sentenza emessa nel 1977 e divenuta definitiva nel
1980).

Naro Giuseppe (UDC): condannato in primo grado a 3 anni e in Cassazione a 6 mesi definitivi di reclusione (erano 3 anni in
primo grado) per abuso d’ufficio nel processo per l’acquisto con denaro pubblico di 462 ingrandimenti fotografici, alla modica
cifra di 800 milioni di lire.

Papania Antonio (PD): il 24 gennaio 2002 ha patteggiato davanti al gip di Palermo una pena di 2 mesi e 20 giorni di
reclusione per abuso d’ufficio.

Sciascia Salvatore (FI):
condannato definitivamente a 2 anni e 6 mesi per aver corrotto alcuni ufficiali e sottufficiali della
Guardia di finanza.

Tomassini Antonio (FI): medico chirurgo, è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a 3 anni di reclusione per falso.

Alcuni di loro hanno altri procedimenti in corso e condanne di primo grado già riportate (es. Dell’Utri), così come un’altra cinquantina di parlamentari. Il numero complessivo di questi figuri supera le settanta unità: una tale percentuale di pregiudicati non la troviamo neppure nel famigerato quartiere di Scampìa a Napoli.
In Italia non c’è un’emergenza “sicurezza”, non lo dico io, lo dicono i numeri, ma fra le tante vere emergenze c’è sicuramente quella della “legalità”: il nostro Parlamento è il punto più critico di questa emergenza.

Stranistranieri ha detto...

Da non credere ma è così. Questa bella cricca ci condirà tutti come dei poveri pesci bolliti. Non vedo spiragli di rinascita. In compenso il PD, ha lasciato il loft che costava 250.000 euro l'anno di affitto ed è tornato in qualche palazzo più odinario.

alfonso ha detto...

Di questi figuri, il PD ne ha candidati 18 alle ultime elezioni, quelle all'insegna delle "liste pulite"... senza contare quelli che in un qualsiasi altro paese sarebbero incriminati e che da noi si nascondono dietro "l'impunità" parlamentare (vedi D'Alema, Fassino, La Torre ecc.)e che sotto processo riescono a mandare i giudici che vorrebbero incriminarli. Altro che loft, ci vorrebbe una casa circondariale..

alfonso ha detto...

Ricchi e sconfitti
Il portafoglio dei perdenti è molto ricco. Dal numero de L'espresso in edicola questa settimana ecco uno stralcio del testo di Francesca Schianchi sulle indennità che consoleranno, a spese dei contribuenti, i parlamentari sconfitti di destra, sinistra e centro.
Pensione e liquidazione
Oltre 6 mila euro al mese più altri 131.068 una tantum: sono il vitalizio e il tfr del rifondarolo Fausto Bertinotti che, lasciato lo scranno più alto di Montecitorio, si consola con un bell’ufficio e il diritto a quattro collaboratori e in più la presidenza della Fondazione Camera dei deputati (senza stipendio). Generosi vitalizi e assegni di fine mandato (“reinserimento nella vita sociale”) sono però la consolazione anche di altri illustri esclusi. Come Ciriaco De Mita: per 43 anni di Parlamento (prima con la Dc, poi con la Margherita, infine candidato ma non eletto con l’Udc) 9.947 euro al mese di pensione e 112.344 di tfr, solo per gli ultimi 12 anni consecutivamente in carica. Stessa pensione per Angelo Sanza (anche lui ex Dc, Fi, non rieletto con l’Udc), 36 anni tra i banchi e buonuscita di 337.032 euro. Ottomila 828 euro al mese per Francesco D’Onofrio (22 anni, prima con la Dc poi con l’Udc) e fine mandato di 168.516 euro, solo per gli ultimi 18 anni. Per Gavino Angius (ex Ds, non rieletto con i socialisti), 21 anni, vitalizio di 8.641 e liquidazione di 196.602. Sedici anni di carriera per Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) e Teodoro Buontempo (La Destra): 6.963 euro di pensione e 149.792 di liquidazione. Stesso assegno mensile
per Cesare Salvi (Sinistra democratica) e 153.664 euro di tfr. Con 14 anni Oliviero Diliberto (Pdci) ed Enrico Boselli (partito Socialista) hanno diritto a 6.217 euro al mese e 131.068 di fine mandato, come Bertinotti.
Per Franco Giordano (Prc) e Paolo Cento (Verdi) 12 anni di Montecitorio significano 5.471 euro di vitalizio e 112.344 di buonuscita. Otto anni per Francesco Storace (La Destra): 3.978 euro e 19.208 di fine mandato, per gli ultimi due anni. Infine, Daniela Santanché (candidata premier per La Destra) che, con sette anni, accumula 3.605 euro di pensione e 65.534 di tfr.
www.spreconi.it

Rapunzel ha detto...

Anche messi davanti alla realtà dei fatti gli italiani continuano a farfinta di non vedere... a non voler cambiare... davvero quello che abbiamo è quello che ci meritiamo?

Donna Cannone ha detto...

mah...magari avere punti in comune con il Brasile. Nel bene e nel male, è un paese che fa sognare, ama, palpita.... il nostro mi pare un bel po' più ammosciato.