mercoledì 23 aprile 2008

Le donne, la notte, la casa e la violenza

Ma questi uomini che appostati da qualche parte, nel buio di una stazione, fra i cespugli di un parco, negli anfratti e negli androni, nelle case e nelle camere da letto, questi uomini, dico, non hanno una mamma, una sorella, un rapporto con il femminile che sia anche di amore e rispetto? E come fanno ad eccitarsi terrorizzando una persona? Io non capisco. Anche di fronte a tanta violenza, letta, sentita, vista, percepita, io rimango ancora incredula. Bisogna essere maschio per intuire quello che passa dall'inguine alla testa di un uomo?

10 commenti:

Sybille Vane ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Carla ha detto...

Il genere umano maschile è un mistero.Ho 2 figli una femmina e un maschio.Sembrano figli di genitori diversi!

alfonso ha detto...

A Carla, per dissipare i suoi dubbi, potrei suggerire il test del DNA. Alla domanda di Daniela non so rispondere, e questo è il limite degli agnostici razionalisti, ma c’è una schiera di “ologi” che, opportunamente chiamata a raccolta, è in grado di spiegare tutto… per filo e per segno. Criminologi, futurologi, sessuologi, cosmologi, astrologi e psicologi prét à porter, ci sarebbe anche la zingara che legge la mano… ma è extracomunitaria e clandestina, non ha un contratto di lavoro e non è iscritta all’albo. Giornali e televisioni se li scambiano a turno per spiegarci il perché gli uomini violentano e uccidono le donne, perché le donne prendono a martellate, mettono in lavatrice o buttano dalla finestra i propri bambini e perché i figli tagliano la gola ai genitori. Per spiegarci come mai si disseppellisce un cadavere per esporlo al pubblico con l’ultimo lifting ci sono i teologi, e alle migliaia di persone che si mettono in fila per osservarlo ci pensano i filosofi (che sono iscritti ad un altro Ordine e infatti non sono “ologi”). Per il Berlusconi ter e il Veltroni flop ci sono i politologi. Come vedi c’è una spiegazione a tutto. Ma cosa c’entrano le donne? Il tema del giorno non è la “sicurezza”?

alfonso ha detto...

Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas:
"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani."

Toyo Perplesso ha detto...

No, non basta essere uomini... mi sforzo, ma non capisco neanche io...
Penso però che c'era gente che esultava nel vedere simili sbranati dai leoni...
E' solo un altro tipo di "esaltazione"...

Mi sa che rischio la misantropia...

Stranistranieri ha detto...

Bisognerebbe rimanere lontani dalla sofferenza, fare esercizi appropriati come fanno i buddisti e farci penetrare solo da pensieri piacevoli. Ma come si fa? E allora le cose orribili che succedono ogni giorno ci fanno diventare un po' misantropi e rassegnati.

silviodulivo ha detto...

La violenza però viene generalmente esercitata in famiglia: il fidanzato, il marito, un parente. Purtroppo le istituzioni, per quel che vedo, non sono preparate ad affrontare i casi di violenza, e nemmeno a prevenirli.
Silvio

Donna Cannone ha detto...

E' una questione che radica negli anfratti più bui ed involuti dell'essere umano.

Non conosco così a fondo altre culture, ma in linea generale, si osserva che molt esono portatrici dello schiacciamento, svilimento, sfruttamento e violenza delle e sulle donne.

Rispetto a secoli passati, forse qualche passo avanti è stato fatto, ma il nostro rimane un territorio profondamente arcaico e maschilista. La donna è solo un oggetto, nell'immaginario collettivo, e troppe si prestano a diventarlo, svilendo ulteriormente le battaglie per affrancarci da questo medioevo della ragione.

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e