martedì 4 marzo 2008

8 marzo

In molti paesi, la festa della donna non c'è, ma si affrettano tutti a dire che c'è un giorno dedicato alla mamma. La mamma sembra che santifichi in qualche modo il genere femminile, altrimenti poco rassicurante per gli uomini. La mamma, non è persona, è solo mamma. Vorrei dedicare questo 8 marzo a tutte quelle donne che subiscono ogni giorno prevaricazioni e violenze psicologiche e fisiche da parte di quegli uomini che vogliono tanto bene alla mamma. A tutte quelle donne che pur di essere mamma, accettano di fare figli con uomini di cui poi vorrebbero tanto fare a meno, a quelle che li fanno per "far contento lui". A tutte quelle donne che pensano che il marito "va saputo prendere", a quelle che brontolano, brontolano ma alla fine fanno tuttto loro, a quelle che "servono" i figli grandi perchè poverini sono giovani e tanto non sanno fare niente, a quelle che passano la vita fra marito, suocere, cognate, i pranzi domenicali e non faranno mai un viaggio da sole, perchè non ci hanno nemmeno mai pensato, a quelle che vanno loro a lavorare perchè il figlio diplomato non trova mai il lavoro adatto. . Lo dedico a tutte quelle che almeno per una volta hanno creduto di essere amate da un uomo musulmano e poi non rispettate, si sono dovute ricredere immancabilmente.
Perchè musulmano? Perchè i discorsi più stronzi sulle donne li ho sentiti spesso fare da loro. Gli italiani forse pensano le stesse cose ma non hanno il coraggio di dirle. E allora "mogli e buoi dei paesi tuoi"? Non lo so. Se una proprio deve scegliere meglio scegliere il male minore.
E l'8 marzo non sarò fra le agghindate che vanno a cena fuori con le amiche.
Lo dedico a tutte quelle che prima di essere mamme, mogli, amanti, si considerano persone e possono e vogliono fare anche le cose da sole.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Daniela,
non vorrei ammorbare nessuno con i soliti discorsi però tutte le cose hanno un'origine e per comprenderle bisogna per forza risalire ad essa. L'origine di cui parlo è la grande stronzata di definire "Festa della donna" quella che era nata, ed era stata celebrata per decenni come "Giornata Internazionale della Donna". Era una giornata non di festa ma di lotta. Fin dal secondo dopoguerra l'UDI (Unione Donne Italiane) aveva adottato questa data come momento topico della manifestazione delle istanze delle donne. I miei ricordi giovanili mi riportano agli anni settanta e a quelle manifestazioni delle donne a cui anch'io ho partecipato diverse volte: le rivendicazioni di allora concernevano la piena parità giuridica, che voleva anche dire uguale diritto al lavoro, allo studio, uguale salario nelle fabbriche, pari dignità nel matrimonio, la possibilità di divorziare, poi le lotte per legge 194, poi le lotte per difenderla.
Con gli anni ottanta il riflusso, il disimpegno generale... sembrava che tutte le conquiste fossero ormai in cassaforte.. e così rapidamente la "Giornata della Donna" si è trasformata, nell'accezione generale, nella "Festa della Donna" con tutto il suo carico di mistificazioni che ha finito con lo svilirla e svuotarla del suo autentico significato. Oggi i rapporti interpersonali sono molto cambiati, mia nonna e la mia prima figlia sono quasi contemporanee ma davvero sembrano passati secoli. I rapporti con il Potere invece non sono cambiati. Siamo ormai l'unico paese in Europa ad avere quella vergognosa legge sulla fecondazione assistita che neppure l'ultimo governo di centro-sinistra ha voluto cambiare, siamo l'unico paese in Europa che non ha una legge che regoli le unioni di fatto e che neppure l'ultimo governo di centrosinistra ha voluto fare. Tira una brutta aria. Ora nel mirino del cecchino clericale c'è di nuovo la 194 e stavolta, credo, con la convinzione di potercela fare, perchè ogni resistenza laica è miseramente crollata di fronte al miraggio del Potere e quello che esso rappresenta, oggi, in Italia.
I pochi rimasti a resistere,(e non sono poi tanto pochi) lo fanno in condizioni quasi di clandestinità attraverso la rete.
Io non credo che ci sia molto da festeggiare, credo invece che sia ora di rimboccarsi le maniche, donne! e anche gli uomini, per una nuova stagione dei diritti civili.
Per la cronaca, le origini della giornata dell'8 Marzo vengono fatte risalire al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia. In realtà questa è solo l'ipotesi più accreditata sull'origine dell'"8 marzo Giornata della Donna", ma ne esistono altre e anch'esse risalenti ai primi del Novecento.
Alfonso

Stranistranieri ha detto...

grazie per aver ricordato a tutti le tappe storiche che ci hanno portato fino a qui. Ma qui orale donne devono tenere gli occhi bene aperti. Le religioni e tutti quelli che vivono e parlano in nome di queste, sono i veri nemici

TEODOLINDA ha detto...

grazie per questo post.
grazie per aver dato voce alle mie speranze e anche alle mie illusioni!

. ha detto...

Ciao,
non sono una donna, ma lo stesso sento di doverti ringraziare per questo post, come se lo fossi.
Grazie
Con stima
Mister_NixOS